Transizione 5.0 verso il dimezzamento dei fondi. È lo stesso Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a confermare l’intenzione del governo di avviare trattative con la Commissione Europea per riallocare circa la metà dei 6,24 miliardi del PNRR inizialmente destinati al programma.
“Il piano resta però pienamente operativo e per le imprese si tratta di una finestra di opportunità da cogliere tempestivamente”, afferma Guido Rovesta, presidente di Gruppo Finservice, società di consulenza gestionale leader in Italia nel campo della finanza agevolata, che affianca 28mila aziende clienti in tutta Italia nell’ottenimento di contributi pubblici. “Transizione 5.0 è uno strumento strategico che va oltre la sola sostenibilità. In una fase di grande incertezza, segnata dalla difficoltà di accesso al credito e dall’aumento dei costi di esportazione per effetto dei dazi, offre risorse concrete per colmare il gap tecnologico di molte imprese italiane e investire nella competitività futura”.
“Nella sua attuale veste normativa, d’altra parte, la misura risulta particolarmente vantaggiosa proprio per le PMI”, continua Rovesta. “Ad esempio, una PMI manifatturiera con un piano di investimenti da 1,5 milioni di euro, suddiviso tra nuovi macchinari 4.0, software gestionali, sistemi di monitoraggio energetico e un impianto fotovoltaico, può beneficiare della cumulabilità con diversi strumenti di incentivazione. Il credito d’imposta Transizione 5.0 può coprire fino a 675.000 euro dell’investimento, a cui si possono aggiungere risorse del Fondo PNRR per la digitalizzazione, che finanzia software e infrastrutture IT, i finanziamenti Simest, che supportano le imprese esportatrici, e il Bonus energia per le imprese energivore, che contribuisce ad abbattere i costi delle rinnovabili. Grazie a questo mix di incentivi, il costo netto per l’impresa può scendere fino al 30% dell’investimento iniziale, riducendo drasticamente il peso economico dell’innovazione”.
“Transizione 5.0 non è solo un’opportunità, ma una necessità per le imprese italiane che vogliono essere competitive nei prossimi anni”. I dati ISTAT mostrano che molte piccole e medie imprese non hanno ancora completato il processo di digitalizzazione, e solo il 24% ha avviato un percorso di transizione verso l’industria 4.0. Transizione 5.0 offre la possibilità di colmare questo gap e parallelamente investire per ridurre i costi energetici, attrezzandosi per competere in un mercato in cui l’efficienza sarà un asset imprescindibile. Un’opportunità, tuttavia, da cogliere in tempi brevi, che richiede pianificazione strategica e il supporto di un partner che guidi le imprese verso le scelte migliori”, conclude Rovesta.
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