Il Bonus ZES diventa operativo, offrendo un’importante agevolazione alle aziende del Mezzogiorno che assumono lavoratori over 35 disoccupati di lungo periodo con contratti a tempo indeterminato.
Con la pubblicazione del decreto attuativo del 7 gennaio 2025, firmato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, le imprese possono ora accedere all’esonero totale dei contributi previdenziali per due anni, fino a un massimo di 650 euro mensili.
Obiettivi e risorse del Bonus ZES
La misura, prevista dall’articolo 24 del Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024, convertito nella legge n. 95/2024), ha una dotazione finanziaria di 591,4 milioni di euro fino al 2027. Il Bonus ZES rientra nel Programma Nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 e ha l’obiettivo di rafforzare l’occupazione nel Mezzogiorno, contrastando il divario con il resto del Paese. Le regioni interessate sono quelle della Zona Economica Speciale (ZES) unica: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, ha sottolineato l’importanza della misura nel contesto di una strategia più ampia del Governo Meloni, mirata a promuovere l’occupazione e sostenere il tessuto produttivo nelle aree più svantaggiate del Paese.
Chi può accedere al Bonus ZES
L’incentivo è destinato ai datori di lavoro privati con un organico fino a 10 dipendenti che, tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, assumano personale non dirigenziale in una delle otto regioni della ZES. Tuttavia, per poter beneficiare dell’agevolazione, le imprese non devono aver effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo o licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti l’assunzione.
Le aziende interessate devono presentare domanda telematica all’INPS, fornendo informazioni dettagliate su impresa, lavoratore, tipologia contrattuale, retribuzione media e sede di lavoro.
Compatibilità con altre misure fiscali
Il Bonus ZES non è cumulabile con altri esoneri contributivi, ma può essere utilizzato senza riduzioni insieme alla maxi-deduzione per nuove assunzioni introdotta dalla riforma dell’Irpef (art. 4 del D.Lgs. n. 216/2023), prorogata fino al 2027. Questo consente alle imprese di ottenere un doppio vantaggio fiscale, rendendo ancora più conveniente l’inserimento di nuovi lavoratori nel mercato del lavoro del Mezzogiorno.
Con questa nuova misura, il Governo punta a incentivare l’occupazione nelle regioni meridionali, favorendo la ripresa economica e la crescita del tessuto produttivo locale.
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