Un clima di preoccupazione si diffonde tra famiglie e imprese di Trani con l’annuncio delle tariffe Tari 2025. Michele De Marinis, presidente CNA locale, denuncia un incremento del 3% medio, che colpirà utenze domestiche e attività produttive già gravate da difficoltà economiche. Dall’analisi comparativa CNA Trani emerge che l’aumento si applica sia alle tariffe che a componenti fiscali come il Tributo Provinciale TEFA, che incide per circa il 5%. A queste si aggiungono le componenti perequative UR1 e UR2, che aumentano i costi complessivi del servizio.
Ma la novità più critica riguarda l’introduzione del nuovo componente UR3, inizialmente fissato a 6 euro, applicato a tutte le utenze. Questo costo serve a coprire i mancati incassi derivanti dal Bonus Tari, che prevede uno sconto del 25% per chi ha un ISEE sotto una certa soglia. Secondo CNA, questa misura è iniqua, poiché il bonus, finanziato con i soldi di tutta la collettività, penalizza chi non beneficia dello sconto, scaricando un ulteriore peso sulle bollette di tutti i cittadini.
Mentre si attendono dettagli sulle modalità di applicazione del Bonus Tari, il Comune ha già fissato le scadenze: 3 giugno, 31 luglio, 31 ottobre e 31 dicembre, con acconti e conguagli. La CNA insiste sulla necessità di adottare la Tariffa Puntuale, un sistema che calcola la tassa sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti, incentivando la raccolta differenziata e riducendo i costi complessivi. De Marinis sottolinea che questa soluzione migliorerebbe la qualità del servizio e permetterebbe di contrastare l’evasione, rendendo il sistema più giusto e trasparente.
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