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Accademie di filiera piemontesi contro lo spreco alimentare – Torino Cronaca


A fine marzo, il grattacielo della Regione Piemonte ha ospitato un incontro partecipatissimo, moderato dalla divulgatrice Renata Cantamessa, che ha visto la partecipazione di accademici, imprenditori e rappresentanti istituzionali. L’evento, promosso dalla Regione Piemonte e dal CIOFS-FP Piemonte ET e fortemente voluto dal vicepresidente regionale e assessore alla formazione professionale Elena Chiorino, ha esplorato il tema “Lo spreco alimentare: strategie per il recupero e la valorizzazione”.

Tra i protagonisti, le accademie “Agrifood” e “Turismo e Montagna”, insieme all’Università degli Studi di Torino e all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, hanno presentato strategie innovative per affrontare il problema. Silvana Rasello, presidente delle accademie, ha sottolineato l’importanza di una riflessione condivisa su temi che interpellano non solo le aziende, ma anche i cittadini. “Mettersi insieme, rimanere oltre le difficoltà e continuare a lavorare insieme per convergere verso obiettivi comuni”, ha dichiarato Rasello, evidenziando come l’esperienza delle accademie possa superare le aspettative iniziali, creando connessioni sistemiche di valore.

Giuseppe Zeppa, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, ha presentato dati allarmanti: ogni anno, nel mondo, viene persa circa il 40% della produzione alimentare, pari a 2,5 miliardi di tonnellate di cibo. In Italia, si perdono circa 20 milioni di tonnellate di cibo tra la fase di coltivazione e la vendita. L’Osservatorio Waste Watcher ha calcolato che, nel 2024, lo spreco alimentare nelle famiglie italiane ha toccato i 29,5 kg, in aumento rispetto ai 27,3 kg del 2023.

Un aspetto centrale dell’incontro è stato il biowaste upcycling, studiato da Elio Dinuccio dell’Università di Torino. Questa pratica permette di trasformare gli scarti in prodotti di maggior valore, creando nuove applicazioni industriali e opportunità di valorizzazione. I vantaggi sono sia economici, riducendo i costi di smaltimento e creando nuove filiere produttive, sia ambientali, diminuendo i rifiuti in discarica e riducendo le emissioni di gas serra. Le accademie di filiera piemontesi stanno creando una cultura lavorativa antispreco, coinvolgendo le aziende partner nei percorsi di formazione specifici. Le micro e piccole imprese, in particolare, sono il fulcro di questo impegno. Grazie alla formazione, stanno introducendo innovazioni sostenibili e progetti di filiera che alimentano la cultura antispreco.

Un esempio emblematico è il Biova Project, un’iniziativa di economia circolare nata a Torino nel 2019. Ideato da Emanuela Barbano e Franco Dipietro, il progetto recupera il pane invenduto per produrre birra, risparmiando il 30% di malto d’orzo e riducendo le emissioni di CO2. Silvio Barbero, dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha presentato il progetto di formazione Foster, rivolto agli operatori della ristorazione. Le imprese che hanno aderito hanno ridotto il loro spreco del 9%, dimostrando che la consapevolezza e la conoscenza dei sistemi antispreco portano benefici immediati. Le accademie di filiera piemontesi continuano a coinvolgere un numero crescente di imprese, offrendo corsi di formazione gratuiti per i disoccupati e cofinanziati per le aziende. Questi corsi non solo migliorano le competenze dei dipendenti, ma favoriscono anche la crescita di reti e esperienze orientate alla sostenibilità e all’innovazione



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