Quale sarà il futuro di Coin? La catena di negozi in crisi da tempo cerca soluzioni appropriate per evitare licenziamenti e rilanciare il commercio al dettaglio.
L’ultimo tavolo al Mimit sul tema si è svolto il 22 aprile, con importanti novità che dovrebbero scongiurare lo scenario peggiore. La chiusura dei punti vendita precedentemente annunciata è stata confermata, con l’impegno però a salvaguardare tutti i posti di lavoro coinvolti.
Il punto di svolta è stato l’ingresso di Invitalia nel piano societario grazie al Fondo Salvaguardia Imprese. Un’iniezione di liquidità che lascia ben sperare sulla fattibilità del rilancio e del risanamento finanziario di Coin.
Coin, a che punto è la crisi? Invitalia mette 10 milioni di euro
A fine incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il ministro Urso ha dichiarato:
“Sosteniamo con convinzione il rilancio di questo storico gruppo commerciale e continueremo a monitorare con attenzione affinché il percorso di risanamento si concluda con la piena tutela dei 1.390 lavoratori coinvolti”.
L’ottimismo sulle sorti del gruppo Coin è aumentato grazie all’ingresso di Invitalia nel capitale: tramite il Fondo Salvaguardia Imprese sono stati iniettati 10 milioni di euro di liquidità, pari al 30,1% del capitale. L’investimento si aggiunge ai 23,2 milioni di euro degli investitori Sagitta SGR e MIA Srl, e, in via residuale, degli attuali azionisti di Coin.
La riunione del Mimit è servita anche per comunicare tramite l’ad Coin, come si legge nella nota ufficiale, che “sono già stati conclusi 330 accordi con i creditori, oltre il 60 per cento dei debiti dell’azienda, a testimonianza del clima di fiducia che accompagna il rilancio della catena retail italiana, che conta 34 negozi diretti e 130 store in Italia e all’estero.”
Il piano di risanamento va avanti, con la promessa dell’azienda a depositare il progetto di rilancio presso il Tribunale.
Le sorti dei lavoratori Coin nei punti vendita in chiusura
Capitolo delicato e cruciale è quello dei lavoratori impiegati nei negozi per i quali è prevista la chiusura nel corso del 2025.
Questo il piano finora stabilito: i lavoratori degli store di Roma Lunghezza, Bufalotta e Latina (in chiusura) sono stati ricollocati presso altri punti vendita. Anche i dipendenti dello store di Roma Termini che resterà aperto fino al 31 maggio saranno riassorbiti, senza dover ricorrere agli ammortizzatori sociali. Il punto vendita di Bologna chiuderà il 31 luglio e si spera in una nuova sede sul territorio. Il negozio di Vicenza, sarà aperto per tutto il 2025, cercando una soluzione più solida per il futuro.
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