Ciron (InnovUp): «L’ecosistema dell’innovazione ha movimentato sui 40 miliardi di euro»


L’ecosistema italiano dell’innovazione è un terreno fertile, ma complesso, in cui occorre fare rete, rappresentare le istanze dei territori e offrire strumenti concreti a chi vuole fare impresa. Questo è il compito di InnovUp, l’associazione che unisce e rappresenta startup, incubatori, acceleratori, parchi tecnologici e grandi corporate impegnate nell’open innovation.

Nel percorso di avvicinamento al Premio Innovazione 2025, Focus Verona Economia ha intervistato Giorgio Ciron, direttore di InnovUp, per comprendere meglio lo stato dell’arte delle startup italiane, le sfide aperte e le opportunità che il futuro — dall’intelligenza artificiale alle nuove normative europee — può offrire a chi ha voglia di innovare.

Cos’è InnovUp e qual è il suo ruolo nel panorama italiano dell’innovazione?

InnovUp nasce nel 2019 dalla fusione tra Italia Startup e Apsti, l’associazione dei parchi scientifici e tecnologici. Ma la sua storia parte ancora prima, nel 2012, quando fu varata la normativa sulle startup innovative voluta dal ministro Passera. Oggi InnovUp è la più grande associazione verticale in Italia per la rappresentanza dell’ecosistema innovativo, con circa 500 soci suddivisi in cinque categorie: startup seed, scaleup, incubatori, acceleratori, parchi scientifici e tecnologici, abilitatori e grandi corporate. Questa rete copre tutto il territorio italiano, e questo è un valore aggiunto importante. Perché l’innovazione in Italia nasce e cresce sui territori. Il nostro compito è rappresentare questo settore sia verso le istituzioni nazionali (come il Ministero delle Imprese e del Made in Italy o CDP Venture Capital), sia a livello europeo, contribuendo al confronto sulle politiche di competitività.

Qual è il peso reale delle startup nell’economia italiana?

Le startup innovative, regolate dalla legge del 2012 e aggiornata di recente con lo Scaleup Act del 2024, sono circa 12.000 in Italia. Dal 2012 al 2023 queste imprese hanno creato il 25% dei nuovi posti di lavoro generati nel nostro Paese. Un quarto del totale. Questo è un dato fondamentale: se vogliamo puntare a una crescita sostenibile per l’Italia nel medio-lungo periodo, dobbiamo favorire la nascita di nuove imprese che generano occupazione, PIL e tasse. In termini economici, stimiamo che l’ecosistema dell’innovazione abbia movimentato 40 miliardi di euro tra fatturato delle startup e investimenti ricevuti. E il venture capital continua a crescere, portando nuove risorse a questo mondo.

L’intelligenza artificiale è già una leva per le startup italiane?

Assolutamente sì. L’intelligenza artificiale è una tecnologia abilitante che si applica a moltissimi settori verticali. È difficile pensare che l’Italia possa competere sui modelli generalisti, come OpenAI o Anthropic, ma l’applicazione dell’AI nei comparti dove il Made in Italy eccelle può fare davvero la differenza. Pensiamo al design tech, all’agri food tech, allo space tech: sono tutti ambiti dove abbiamo competenze riconosciute a livello internazionale. Qui, l’intelligenza artificiale può dare un impulso straordinario, rilanciando la competitività delle nostre PMI e creando nuove opportunità di crescita.

Quali servizi e opportunità offre InnovUp ai suoi soci?

InnovUp è un vero moltiplicatore di network. Offriamo percorsi formativi gratuiti come la Founders Academy, per chi vuole aprire o ha già avviato una startup. Organizziamo eventi come l’Italian Innovation Show, dove portiamo l’innovazione direttamente sui territori, e gestiamo osservatori che analizzano e studiano i fenomeni innovativi, producendo dati e report utili per orientarsi nel settore. In più, diffondiamo bandi, call ed eventi per aiutare i soci a cogliere tutte le opportunità presenti nell’ecosistema, oltre a convenzioni e altri strumenti utili per facilitare la crescita delle imprese innovative.

Quali sono le sfide più imminenti per l’ecosistema italiano dell’innovazione?

In questo momento stiamo lavorando su più fronti. A livello nazionale, presidiamo le politiche di lobby e policy, perché è fondamentale avere una normativa che supporti davvero le startup. A breve, organizzeremo un road show sui territori per spiegare le nuove normative introdotte. Ma il tema più caldo è quello europeo: il 27 maggio 2025 sarà pubblicata la strategia europea per le startup e le scaleup, promossa dalla commissaria Iliana Ivanova. Stiamo contribuendo attivamente a questa discussione per garantire che anche le startup italiane possano beneficiare di una normativa più startup-friendly. In particolare, si sta discutendo l’introduzione di un “ventottesimo regime”: un’unica ragione sociale valida per operare in tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea. Questo eliminerebbe molte barriere burocratiche, consentendo alle nostre imprese di scalare più facilmente a livello continentale, su un mercato di oltre 300 milioni di persone, e competere così alla pari con USA e Cina.



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