Analisi Business Scan di SevenData: “Ad Alessandria quasi un’azienda su quattro è a rischio insolvenza”


AlessandriaIn Piemonte la provincia con la percentuale più alta di imprese a rischio insolvenza è quella di Alessandria, al 23,8% (quasi una su quattro), seguita da Asti al 23,1%. A scalare, si posizionano Novara (21,8%), Vercelli (21,2%), Torino al 19,2%, Cuneo al 18,3%, Biella (18%) e, in chiusura, Verbano-Cusio-Ossola (17,2%), la provincia più virtuosa. La media regionale è al 19,9%.
Sono alcuni dei dati generati da “Business Scan”, l’analisi prodotta da SevenData, società specializzata nell’erogazione di dati e servizi per lo sviluppo del business e per la prevenzione dei rischi di credito. 
“Business Scan” offre una visione a 360 gradi dello stato economico-finanziario e del rischio di insolvenza delle imprese italiane. Ciò sulla base delle analisi dei bilanci depositati dalle società di capitali italiane da una parte, dall’altra dalla verifica dei rischi insolvenza rappresentati tramite Rating proprietario basato su Intelligenza Artificiale.  Le reti neurali, infatti, risultano in grado di interpretare variabili economiche, eventi negativi ed elementi strutturali di imprese e management, correlandoli a fenomeni settoriali e territoriali.
Il fenomeno delle imprese a rischio viene focalizzato da Sevendata anche commisurando l’incidenza sul totale imprese tra 2025 e 2024. Il trend del rischio in Piemonte risulta in fase di diminuzione, come confermato anche dall’analisi provinciale. Torino, con un dato pari al -3,8%, si colloca al primo posto nella regione come variazione 25 vs 24. Novara, con -3,6%, è molto vicina a Torino. Si registrano a seguire Biella (-3,2%), Cuneo (-3,1%), Alessandria (-3,1%), Vercelli (-2,3%), Verbano-Cusio-Ossola (-2,2%), Asti (-2,1%). Il dato medio di decremento del fenomeno in Piemonte è pari al – 3,5%.
Il Piemonte si colloca al quinto posto (19,9%) nella classifica delle regioni con la più bassa % di imprese a elevato rischio insolvenza, dopo Trentino-Alto Adige (16,5%), Friuli Venezia Giulia  (18,3%), Veneto  (18,4%), Valle d’Aosta (18,7%). 
Dopo il Piemonte, con percentuali maggiori di imprese a rischio si collocano Lombardia (21,7%), Emilia Romagna (22,3%),  Marche  (23,4%), Toscana (23,8%), Campania (24,3%), Sardegna (24,9%), Liguria (25,1%), Lazio (25,7%), Basilicata (25,8%), Sicilia (27,0%), Abruzzo (27,1%), Molise (27,2%), Puglia (27,6%), Umbria (27,7%), Calabria (29,6%).
Rimanendo sul versante nazionale, tutte le regioni sono anche misurate sotto il profilo della variazione anno-su-anno dell’incidenza % di imprese a rischio maggiore (gennaio 2025 – gennaio 2024).   Emerge che il Piemonte, con – 3,5%, si colloca a metà classifica dopo Trentino Alto Adige (-4,88%), seguito da Valle d’Aosta (-4,81%), Marche (-4,27%), Campania (-4,26%), Calabria (-3,84%), Lazio (-3,66%), Bsilicata (-3,59%), Puglia (-3,54%). A scalare, dopo il Piemonte seguono Umbria (-3,38%), Liguria (-3,36%), Veneto (-3,33%), Emilia Romagna (-3,27%), Friuli-Venezia Giulia (-3,22%), Molise (-2,99%), Sicilia (-2,97%), Toscana (-2,92%), Abruzzo (-2,91%), Sardegna (-2,69%), Lombardia (-1,4%).
Business Scan di SevenData estende l’analisi ai settori di appartenenza delle imprese, parametrandoli con l’incidenza di rischio insolvenza.
Da questa angolatura emerge che in Piemonte il comparto con  l’incidenza maggiore di aziende a rischio è quello delle costruzioni (28,9%), seguito da attività immobiliari (26,4%), commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli (21%),  attività manifatturiere (16,2%), attività professionali, scientifiche e tecniche (11,2%), servizi di informazione e comunicazione (9,7%).
Il Piemonte si colloca tra le regioni più virtuose dal punto di vista della bassa incidenza delle aziende a elevato rischio insolvenza (19,9%), decisamente al di sotto della media nazionale (23,6%) – ha sottolineato Fabrizio Vigo, ceo e founder di SevenData e curatore della ricerca – In parallelo, tenendo conto della variazione del numero di imprese insolventi dall’inizio anno ad oggi, la regione fa registrare – 3,5%, un andamento in negativo, che connota l’arretramento del fenomeno insolvenza. Considerando le caratteristiche storiche del tessuto economico piemontese, che io conosco bene in quanto torinese, il vedere la dinamica molto positiva di evoluzione del rischio di insolvenza, testimonia di una capacità di adattamento alle sfide della modernità e di una notevole resilienza dell’economia piemontese che dovrebbe inorgoglire gli imprenditori della regione”.

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