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Cresce il mercato italiano dei droni professionali: la sfida ora è passare dalla sperimentazione a progetti operativi


Nel 2024 il mercato italiano dei droni per uso professionale (Business to Business – B2B e Business to Government – B2G) ha raggiunto i 160 milioni di euro, con una crescita del 10% rispetto al 2023. E nel prossimo triennio l’80% degli attori del settore prevede un’espansione significativa.

Anche il tessuto industriale del settore sembra essere in fase di consolidamento: le imprese sono 657 nel 2024 (erano 664 nel 2023, 706 nel 2022). Mediamente, ogni anno il 5% cessa l’attività, prevalentemente aziende piccole e nate di recente, contro il 2% di nuove nascite.

Un’analisi di 1.882 progetti con droni a livello internazionale mostra che il 16% è già operativo e sta affiancando o sostituendo il modo in cui imprese e PA realizzano le proprie attività.

Sono alcuni dei risultati emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata del Politecnico di Milano, uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.

L’evoluzione del settore dei droni negli anni

Negli ultimi anni, il settore dei droni e della mobilità aerea avanzata ha registrato uno sviluppo significativo, sia dal punto di vista normativo sia da quello applicativo.

Questa evoluzione è stata caratterizzata da importanti tappe storiche, tra cui l’introduzione del regolamento europeo di EASA, dei regolamenti U-space e della strategia nazionale AAM di ENAC. Queste normative hanno rappresentato un fondamentale passo avanti per il settore, tracciando le regole del gioco e garantendo una maggiore sicurezza delle operazioni.

Il settore ha visto l’affermazione di diversi importanti progetti in ambiti che spaziano dal trasporto di materiale medico-sanitario al trasporto di merci generiche, dalle ispezioni alla ricerca e soccorso.

I livelli di maturità dei progetti

L’analisi di 82 esperti coinvolti dall’Osservatorio su 15 use case rappresentativi del settore, fa emergere tre cluster distinti. Sono in fase embrionale, con un punteggio medio di 1,6 su 4, i progetti di trasporto di persone con droni in aree urbane ed extra-urbane.

In questo cluster serve un importante sviluppo normativo e di competenze degli attori del settore, una crescita di comprensione da parte del pubblico e uno sviluppo tecnico e tecnologico.

Sono in fase di sviluppo con un punteggio medio di 2,2 il trasporto di merci, le manutenzioni che richiedono il contatto fisico del drone con un’infrastruttura, gli inventari di magazzino e le applicazioni in ambito agricolo.

In generale, la dimensione meno sviluppata è quella normativa, ma ogni use case presenta priorità differenti. Ad esempio, per l’inventario di magazzino è necessario investire nello sviluppo delle competenze, mentre per il trasporto di materiale medico-sanitario a temperatura controllata è prioritario concentrarsi sullo sviluppo tecnologico.

Sono in fase di consolidamento, con un punteggio medio di 2,7, ispezioni, spettacoli aerei, ricerca e soccorso, sicurezza e sorveglianza, oltre ad attività di rilievi, mappature e monitoraggio.

Si tratta degli ambiti applicativi da cui la tecnologia è nata e in cui ha già dimostrato di saper portare importanti benefici per le attività di imprese e pubbliche amministrazioni.

Seppur questo sia il cluster più maturo permangono diverse aree di sviluppo e crescita che riguardano la regolamentazione, lo sviluppo di infrastrutture fisiche e digitali, l’evoluzione tecnologica, l’aumento dell’accettazione sociale e la sostenibilità dei modelli di business delle imprese ancora troppo ancorate a logiche di ricavi one shot e al supporto dei finanziatori.

“È il momento di realizzare una vera e propria filiera nazionale per passare da una fase di sperimentazione a progetti operativi. Il sistema Paese è chiamato a inserire queste tecnologie nei piani di sviluppo territoriale per favorire la diffusione delle applicazioni”, commenta afferma Marco Lovera, Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano e Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata.

“L’ecosistema italiano forte di solide competenze tecnologiche, normative e operative, può e deve porsi come apripista per molteplici applicazioni“, aggiunge Paola Olivares, Direttrice dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata.



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