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Passa il salario minimo: “Il Comune lo pretenderà”


In consiglio comunale è stata approvata una mozione del Movimento 5 Stelle Cesena, in collaborazione con Fondamenta-Avs, che impegna il comune di Cesena a esigere il salario minimo di nove euro lordi per i lavoratori impegnati in appalti e subappalti comunali sia di nuova presentazione sia in adeguamento per i contratti in essere e stipulati a partire dal 2020.

“Anche il comune di Cesena – commenta il M5S Cesena – si allinea a quanto già ottenuto dal M5S nel comune di Ravenna dove questa misura è già operativa da aprile 2024. Il Parlamento europeo nel 2022 aveva approvato in via definitiva il regolamento per il salario minimo, norma che punta a garantire un tenore di vita dignitoso. Questa è una conquista sociale ottenuta dal M5S Cesena in collaborazione con Fondamenta-Avs ed alle forze di maggioranza”.

Sul salario minimo interviene anche Cesena Siamo Noi con un approccio diverso: “L’introduzione di un salario minimo può avere una valenza positiva nella lotta alle disuguaglianze e nella tutela dei diritti dei lavoratori. Ma per essere efficace, deve essere accompagnata da una visione ampia e realistica, che tenga conto del contesto economico e della sostenibilità delle imprese, in particolare delle cooperative sociali e delle piccole e medie imprese, prevedendo incentivi alla formazione, l’accesso facilitato a finanziamenti e agevolazioni fiscali, e politiche locali orientate alla crescita sostenibile di queste realtà fondamentali per il tessuto sociale cittadino”.

In margine al consiglio comunale si registra infine una polemica sollevata dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Enrico Castagnoli.

“Nell’ennesimo consiglio comunale fiume – spiega Castagnoli – il Pd ha presentato una proposta per favorire ’una nuova stagione della partecipazione dei cittadini al voto’, chiedendo tra le altre cose anche la revisione della legge elettorale regionale. Peccato che i consiglieri del Pd abbiano la memoria corta! Esattamente nel 2020 presentai una mozione per chiedere alla Giunta di impegnarsi in tal senso verso la Regione, per modificare la legge elettorale, che aveva assegnato un consigliere eletto in meno, alla nostra circoscrizione di Forlì-Cesena. E tutto il consiglio comunale votò all’unanimità la mia proposta”.

“Poi nel 2023 – prosegue Castagnoli – ripresentai quella stessa proposta anche in Provincia e anche il Consiglio provinciale votò a favore della mia proposta. Ora succede che dopo cinque anni il Pd chiede a sé stesso, di interpellare la Regione che amministra, di modificare la legge elettorale regionale. Ma in cinque anni di tempo cosa hanno fatto? E il sindaco nonché presidente della provincia, che cosa ha ottenuto dopo quel doppio impegno votato anche da lui? Nessuno nel consiglio comunale mi ha risposto. Ecco dunque l’utilità di trascorrere a Cesena sette ore in consiglio comunale, discutendo di mozioni che poi non hanno seguito. Non è questa la buona politica”.

Andrea Alessandrini



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