Istat: famiglie più ricche, aziende più povere


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Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,7% per un valore di 35,2 miliardi, di contro cala il tasso di profitto delle aziende sceso al 43,3%. Più contenuta la crescita dei prezzi con un aumento dell’1,3%. Numeri e non solo questi che emergono dal report dell’Istat: “I conti nazionali per settore istituzionale 1994 – 2024”.

Un contesto che favorisce la ripresa di una quota di reddito destinata al risparmio che dall’8,2% del 2023 è passata al 9% del 2024 anno in cui il reddito primario delle famiglie è aumentato del 3,4% per un controvalore di 49,5 miliardi.

Nel dettaglio il reddito da lavoro dipendente è aumentato del 5% ( +41,6 miliardi), quello derivante dall’utilizzo delle abitazioni di proprietà del 4,8% e quello dei redditi derivante dall’attività imprenditoriale dello 0,4%.

Di contro però il saldo degli interventi redistributivi hanno tolto alle famiglie 130,8 miliardi per un +14,3 miliardi rispetto al 2023.

Aumentate anche le imposte correnti per 19,5 miliardi, 7,6% in più rispetto al 2023 per una crescita del gettito Irpef pari al 5% e delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito del 67,1%. Al contrario la realtà delle aziende è del tutto diversa.

Causa principale l’aumento dei redditi da lavoro pagati ai dipendenti cresciuti del 5,7% che va ad aggiungersi all’aumento del 4,7% delle imposte sulla produzione. Di conseguenza il tasso di profitto calcolato come rapporto tra risultato lordo di gestione e valore aggiunto è passato dal 46,1% del 2023 al 43,3% dello scorso anno.



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