La Commissione europea è finita sotto la lente del Garante europeo della protezione dei dati (EDPS) per una violazione delle norme sulla privacy. Nel mirino, una campagna pubblicitaria mirata condotta dalla Direzione Generale Affari Interni (DG HOME) sulla piattaforma X (ex Twitter), che secondo l’EDPS ha comportato un illecito trattamento di dati personali.
L’EDPS ha stabilito che l’Esecutivo comunitario ha agito come titolare del trattamento, decidendo i criteri di targeting e ricorrendo a tecniche di profilazione degli utenti, in violazione del Regolamento UE 2018/1725. La campagna, secondo il Garante, non disponeva di una base giuridica chiara e mancava di trasparenza, andando a ledere i diritti fondamentali degli interessati.
La questione è stata sollevata anche a livello politico attraverso un’interrogazione parlamentare presentata dagli eurodeputati Stefano Cavedagna e Carlo Fidanza (ECR), i quali hanno chiesto chiarimenti alla Commissione sulle sanzioni verso i funzionari coinvolti nella campagna e sulle misure previste per tutelare la protezione dei dati in campagne future.
Un bello schiaffo, insomma, per chi insieme al Parlamento e al Consiglio europeo ha voluto il GDPR, obbligando imprese ed enti in Europa ad adeguarsi.
Oggi, intervendo sulla imbarazzante vicenda, il commissario europeo Magnus Brunner ha dichiarato che la Commissione europea sta esaminando la decisione dell’EDPS e, in conformità con l’articolo 59 del regolamento UE 2018/1725, si impegna a comunicare entro tre mesi il proprio punto di vista e le misure adottate.
Bruxelles, inoltre, ha ribadito la propria adesione ai principi del regolamento in materia di protezione dei dati personali e assicura di aver già avviato azioni di sensibilizzazione interne, attraverso documenti di orientamento e sessioni formative, anche in relazione alle attività di comunicazione istituzionale.
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