Proroga polizze calamità e riforma delle amministrazioni straordinarie e cooperative: le ultime dal Governo







Alla fine è arrivata la proroga dell’obbligo di stipulare assicurazioni contro le calamità naturali per le imprese. A pochi giorni dalla scadenza del 31 marzo 2025, il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 28 marzo, ha approvato un decreto legge che prevede un rinvio graduale dell’obbligo, differenziato in base alla dimensione delle aziende coinvolte.

Nella stessa seduta, il Governo ha anche dato il via libera a un disegno di legge, proposto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che affida al Governo il compito di rivedere le regole sull’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi e sul sistema di vigilanza sugli enti cooperativi e mutualistici.

Vediamo prima le novità sulla proroga delle polizze catastrofali.

Slittamento dell’obbligo assicurativo: per chi

Da tempo diverse realtà imprenditoriali chiedevano uno slittamento dei termini, segnalando incertezze e difficoltà applicative legate all’obbligo introdotto oltre un anno fa. Il rinvio servirà a fare chiarezza sui punti ancora critici e a permettere alle imprese di valutare con attenzione le offerte assicurative disponibili.

È previsto per il 31 marzo 2025 un incontro al Ministero del Made in Italy con le principali associazioni di categoria, per condividere il percorso da seguire. Il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale a breve, ma non sarà convertito nella sua forma attuale: con ogni probabilità verrà integrato come emendamento nel decreto sulla Pubblica Amministrazione.

Le nuove scadenze per le assicurazioni obbligatorie sono:

Per le grandi aziende resta invece la scadenza del 31 marzo 2025, ma con una moratoria di 90 giorni prima dell’applicazione di eventuali sanzioni.

Crisi aziendali e controllo sulle cooperative

Passando alla riforma del sistema delle amministrazioni straordinarie e della vigilanza sulle cooperative, il disegno di legge introduce misure ampie e strutturate.

Il provvedimento ha una duplice finalità: semplificare e rendere più efficiente la gestione delle crisi aziendali, e aggiornare la normativa sulle cooperative per adeguarla al contesto economico e sociale attuale.

Nel dettaglio, la riforma dell’amministrazione straordinaria punta a:

  • prevenire situazioni di insolvenza,

  • migliorare la gestione delle crisi aziendali,

  • favorire il rilancio delle imprese strategiche, anche attraverso strumenti di composizione negoziata.

La seconda parte del provvedimento si concentra sul sistema cooperativo, con l’obiettivo di rafforzare i controlli e migliorare la trasparenza. Un’attenzione particolare è rivolta alla lotta contro fenomeni distorsivi, come il caporalato, e all’efficienza nella gestione dei fondi pubblici. 

Riforma dell’amministrazione straordinaria: le principali novità

Il disegno di legge prevede che, entro dodici mesi dall’entrata in vigore, il Governo emani un decreto legislativo per regolare in modo più semplice ed efficace le situazioni di crisi o insolvenza, in particolare per:

  • le grandi imprese che occupano da almeno un anno almeno 200 lavoratori (compresi quelli in cassa integrazione) e presentano debiti pari ad almeno due terzi dell’attivo e dei ricavi;

  • le aziende operanti in settori strategici per il Paese: difesa, sicurezza, telecomunicazioni (incluso 5G e cloud), energia, trasporti e comunicazioni.

Uno degli obiettivi è ampliare l’accesso all’amministrazione straordinaria anche a quelle realtà che, pur non rientrando nei requisiti dimensionali tradizionali, abbiano un’importanza strategica e impieghino un numero minimo di lavoratori.

Il nuovo testo, definito anche “correttivo”, introduce semplificazioni per facilitare l’avvio della procedura: si elimina il doppio requisito previsto finora, consentendo alle imprese che rientrano nei nuovi criteri di rivolgersi direttamente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con successiva verifica da parte dell’autorità giudiziaria dello stato di insolvenza.

Sarà confermata anche la possibilità, già prevista dalla normativa vigente, per il socio di maggioranza (con almeno il 30% del capitale) di una società partecipata da un ente pubblico di richiedere l’accesso alla procedura. Ciò per rafforzare il controllo dell’assemblea dei soci nelle società strategiche a partecipazione pubblica.

Sono inoltre previsti strumenti specifici per affrontare le crisi in modo negoziale, soprattutto nei casi in cui l’azienda versi in uno stato di squilibrio economico-finanziario, ma presenti margini di recupero.

Nomina dei commissari

Infine, sarà data maggiore coerenza alla disciplina relativa alla nomina dei commissari e alla determinazione dei compensi, anche in relazione alle disposizioni del Codice della Crisi d’Impresa e del Testo Unico sulle società pubbliche. In questo modo si intende ridurre le incertezze normative e favorire una gestione più uniforme e trasparente.

Elenco di esperti

All’interno dell’elenco nazionale degli esperti verrà istituita una sezione riservata alle imprese strategiche in difficoltà, ma con concrete possibilità di rilancio. La commissione che selezionerà questi professionisti includerà due membri nominati direttamente dal Ministro, e l’esperto incaricato dovrà mantenere un dialogo costante con il Ministero, fornendo aggiornamenti regolari sull’andamento delle trattative.

Più controlli e trasparenza per il mondo cooperativo: arriva la stretta

Nel disegno di legge approvato il 28 marzo 2025 dal Consiglio dei Ministri, il Governo prevede una serie di novità importanti per riformare la vigilanza sulle cooperative. L’obiettivo è rafforzare la trasparenza, la correttezza e la responsabilità all’interno del settore.

Più trasparenza nei bilanci

Le cooperative dovranno fornire bilanci più chiari e dettagliati, anche in forma abbreviata. Dovranno evidenziare, ad esempio, come rispettano i principi mutualistici: dalla “porta aperta” (accesso libero dei soci), all’uso delle riserve indivisibili, fino alla gestione dei prestiti sociali e alla democrazia interna.

Devoluzione del patrimonio: limiti

Verranno introdotti strumenti per evitare manovre elusive in caso di scioglimento delle cooperative, soprattutto in occasione di operazioni straordinarie. In particolare, saranno regolati i casi in cui il patrimonio dovrà essere trasferito a più fondi mutualistici, secondo le regole già previste dalla legge.

Controlli più rigorosi e revisori più responsabili

I revisori (come commercialisti, avvocati o consulenti del lavoro) avranno compiti ampliati.

Dovranno vigilare anche sugli aspetti legati alla sostenibilità sociale e alla governance democratica dell’ente. Se non svolgeranno correttamente il loro lavoro, rischieranno sanzioni severe: dalla sospensione alla cancellazione dall’Albo dei revisori, a seconda della gravità dell’inadempienza.

Formazione e aggiornamento obbligatori

Sono previsti anche corsi di formazione per dipendenti e dirigenti delle cooperative, finanziati con i fondi provenienti dai contributi obbligatori. Inoltre, l’Albo delle società cooperative sarà riorganizzato, con l’abolizione della sezione dedicata alle cooperative edilizie di abitazione.



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