Monza, 1° aprile 2025 – Un’agenda strategica per disegnare concretamente la Brianza del futuro, definita da Assolombarda grazie all’ascolto e al coinvolgimento di tutti gli attori del territorio. Questo è stato l’obiettivo del Progetto Monza e Brianza 2050, giunto al terzo anno del suo sviluppo, realizzato con il contributo del Consorzio AAster e presentato oggi nella Sede di Monza e Brianza dell’associazione.
Un lavoro di analisi ed elaborazione profonda che ha coinvolto imprese, istituzioni, terzo settore. Ne è emersa una visione strategica che ha indicato su quali direttrici innestare lo sviluppo del territorio, guardando a quali asset siano capaci di renderlo più attrattivo per gli investimenti, senza trascurare le criticità e i nodi ancora da sciogliere.
La finalità è creare una coalizione strategica che si assuma la responsabilità di costruire per la Brianza un nuovo modello di sviluppo, basato sull’equilibrio tra la centralità dell’impresa e la necessità di investire in ciò che sta “fuori dalla fabbrica”.
“Monza e Brianza è un motore economico fondamentale per la Lombardia e per l’intero Paese – ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda -. La forza strutturale delle sue imprese, in larga parte manifatturiere, rende quest’area una vera eccellenza in grado di realizzare 14,6 miliardi di euro di export nel 2024, un valore mai registrato prima. Con ‘Monza e Brianza 2050’ abbiamo definito un’agenda concreta volta a valorizzare gli asset di sviluppo. Ora, per continuare a crescere e competere a livello globale, diventa prioritario lavorare insieme a tutti gli attori del territorio per giocare di sistema alcune partite chiave. Dobbiamo, in particolare, rafforzare le infrastrutture e migliorare i collegamenti con Milano, la Lombardia e l’Europa, evitando ulteriori ritardi e concludendo, finalmente, opere strategiche come M5 e Pedemontana. Solo così Monza e Brianza potrà aumentare la propria attrattività e creare nuove opportunità per le nostre imprese e per le future generazioni.”
Quadro economico e infrastrutturale: luci e ombre
Negli ultimi anni la Brianza ha dimostrato una notevole capacità di resilienza, superando le difficoltà post-pandemiche. Tuttavia, nel 2024 si è registrato un deciso rallentamento della crescita, con un PIL che è aumentato di un magro 0,2%. Un dato positivo è, invece, rappresentato dall’export, che ha raggiunto un valore record di 14,6 miliardi di euro (+5,8% rispetto al 2023). Per il 2025 le previsioni, al momento, sono migliori. Secondo il Centro Studi di Assolombarda il PIL monzese, rispetto al 2024, potrebbe crescere dell’1,0%, di poco sotto al dato lombardo del +1,1% ma superiore al +0,7% dell’Italia.
Tra le tematiche che maggiormente preoccupano il tessuto produttivo e imprenditoriale vi sono la difficoltà di reperire profili i professionali richiesti e le opere infrastrutturali non ancora completate o non ancora partite.
Sul fronte del mondo del lavoro nel 2024, infatti, il 51,8% dei candidati ricercati a Monza e Brianza è risultato di difficile reperimento, una percentuale superiore sia alla media lombarda (48,7%), sia a quella italiana (47,8%) e in crescita rispetto al 50,1% rilevato nel 2023. Le maggiori criticità riguardano i colletti blu, il 66,8% dei candidati sono introvabili, e i tecnici (62,3%), ma anche i manager e gli specialisti (52,5%). In un contesto di disoccupazione su livelli decisamente contenuti (tasso al 3,3% nel 2024) si sono, dunque, inasprite le questioni legate all’offerta di lavoro.
Altro tema critico sono le infrastrutture. La Brianza, nei prossimi dieci anni, sarà interessata da numerosi interventi che, almeno parzialmente dovrebbero fluidificare e migliorare le connessioni: la Pedemontana Lombarda, le linee metropolitane 1 e 5 verso Monza e la linea 2 verso Vimercate, le metrotranvie verso Seregno e Limbiate, i potenziamenti lungo le reti stradali e ferroviarie esistenti. Uno dei nodi maggiormente critici è quello del finanziamento per la progettazione e la realizzazione delle opere. Infatti, oltre all’aumento dei prezzi dei materiali che hanno messo in sofferenza tanti progetti, sempre più spesso le richieste di adeguamenti progettuali per opere di mitigazione e compensazione generano extracosti, come sta accadendo al prolungamento della M5 verso Monza.
La lentezza negli avanzamenti dei cantieri è un’altra fonte di criticità, dovuta principalmente alle difficoltà societarie delle imprese appaltatrici dei lavori e alle varianti in corso d’opera. Il caso più eclatante riguarda il prolungamento della linea metropolitana M1 da Sesto FS a Monza Bettola.
Anche il tema del consenso rappresenta un elemento fortemente problematico: l’inserimento di nuove infrastrutture in un territorio molto denso e urbanizzato come quello della Brianza può essere una scelta divisiva, perché può comportare nuovo consumo di suolo; tuttavia, anche la mancata realizzazione di alcune opere comporta pesanti impatti ambientali in termini di congestione, traffico, emissioni: ad esempio, è questo il caso della Pedemontana Lombarda.
Queste ultime considerazioni rimandano al tema della programmazione del territorio, dove emerge la necessità di un ruolo più incisivo di regia sovracomunale rispetto alla localizzazione di funzioni strategiche e nuove espansioni in ambiti a elevata accessibilità, compresi poli produttivi per l’insediamento di nuove aziende, alla gestione integrata di alcuni servizi e funzioni, alle opportunità di rigenerazione delle aree dismesse.
“Abbiamo lanciato il progetto strategico Monza Brianza 2050, con l’obiettivo di fare un’analisi profonda dal punto di vista economico, sociale, infrastrutturale e quindi di definire le traiettorie di sviluppo futuro del nostro territorio per renderlo maggiormente attrattivo e competitivo– ha sottolineato Giovanni Caimi, Presidente della Sede di Monza di Assolombarda. Abbiamo ascoltato molte voci, espressione delle altrettante vocazioni e anime della Brianza. Il valore di questo ultimo capitolo che “consegniamo” al territorio sta nell’aver individuato i nodi critici e le sfide che ci attendono e di aver dato impulso alla definizione di un’agenda concreta su cui tutti gli stakeholder possono e potranno lavorare. Sono certo che Monza e Brianza 2050 non sia stata solo una ricerca scientifica fatta di numeri e di possibili traiettorie di sviluppo, ma sia l’avvio di una strada da percorrere, facendo sintesi e sistema, per ripensare alla Brianza come un modello di crescita per il Paese.”
L’Agenda Monza e Brianza 2050
Per affrontare i nodi critici legati alla competitività delle imprese, al capitale umano, alla coesione sociale, alle infrastrutture e alla qualità della vita, Assolombarda ha individuato alcune linee di azione prioritaria, alcuni terreni di lavoro sui quali costruire coalizioni progettuali orientate alla rigenerazione delle risorse del territorio, all’investimento nelle competenze, alla riprogettazione del rapporto lavoro-impresa, allo sviluppo di nuove forme di welfare e abitare, al potenziamento delle reti infrastrutturali e alla valorizzazione del patrimonio storico ambientale, con un ruolo centrale delle città e della costruzione di una intelligenza territoriale condivisa.
- Generare più competenze attraverso una programmazione territoriale condivisa. Il tema dei saperi è prioritario. Pur riconoscendo la qualità del sistema formativo brianzolo, sarebbe necessario un adeguamento complessivo delle skills, con la necessità di programmazione condivisa tra istituzioni, rappresentanze sociali e agenzie di formazione, promuovendo esperimenti di filiera integrata tra istituti formativi, ITS e Academy aziendali. È inoltre necessario riprogettare il rapporto tra lavoro e impresa, riconoscendo la centralità della persona e adattando il patto tra domanda e offerta di lavoro, le condizioni di lavoro. Le aziende dovrebbero rendersi più attrattive, rispondendo alle mutate esigenze dei lavoratori, ad esempio, in termini di prospettive di crescita e work-life balance.
- Nuove forme di welfare collaborativo e di abitare. Si propone un ruolo dell’ente pubblico come regolatore e mediatore per mobilitare le risorse sociali e della comunità. È centrale l’alleanza strategica tra città e imprese per fornire beni collettivi e rigenerare l’attrattività del lavoro con la sperimentazione di una integrazione e collaborazione tra welfare aziendale e territoriale. Tema centrale è anche l’invecchiamento della popolazione e la necessità di politiche per la cronicità e la domiciliarità della cura. La questione dell’abitare può diventare un vincolo preciso allo sviluppo economico e si auspica un confronto tra forze produttive e sociali per affrontare il problema dell’accessibilità, valutando interventi sulla filiera industriale, incentivi alla locazione sostenibile e una possibile regolazione pubblica.
- Investire nelle reti di mobilità e delle utilities. È fondamentale un potenziamento generalizzato delle infrastrutture di mobilità, sia per il trasporto privato che collettivo. A livello di mobilità corta, si punta al collegamento tra le città-snodo; per la mobilità a medio raggio, prioritarie sono le connessioni di trasporto pubblico locale con Milano e lo sviluppo della rete ferroviaria anche rispetto alla rete delle città medie pedemontana, governando i potenziali impatti dei lavori. Per le reti di utilità (energia, acqua, innovazione), sono da rafforzare le sinergie tra capitalismo delle reti, città e imprese manifatturiere, i progetti di investimento e le iniziative industriali tra le utilities brianzole.
- Valorizzare il patrimonio simbolico e materiale. È necessaria una valorizzazione unitaria e condivisa del vasto patrimonio culturale, turistico e sportivo della Brianza, che superi i confini locali e coinvolga l’intera area metropolitana. Andrà delineata inoltre la trasformazione nella governance del complesso Villa Reale-Parco
Autodromo, con l’ingresso di attori privati e una maggiore integrazione con l’offerta culturale di Milano. Si sottolinea l’importanza di una piattaforma culturale diffusa e coordinata.
Per lo sviluppo di questa agenda, sarà fondamentale ripensare anche il rapporto della Brianza con Milano. La Brianza deve “utilizzare” Milano per sviluppare scambi reciproci e posizionarsi da protagonista nei confronti del capoluogo lombardo, senza timore di risultare subalterna.
Infine, secondo Assolombarda, per dare concretezza e continuità all’Agenda, è necessario un luogo di scambio e relazione, una cabina di regia, che porti avanti il percorso avviato, promuovendo una intelligenza territoriale collettiva. Una struttura flessibile e aperta, animata dall’ingaggio reciproco degli attori, che potrebbe avviare l’approfondimento di proposte attraverso gruppi di lavoro tematici.
Fondamentale sarà quindi il coinvolgimento di diversi attori: l’impresa industriale, le rappresentanze imprenditoriali, le istituzioni territoriali (Provincia e Sindaci delle città-snodo), gli attori delle reti e le utilities, il vasto campo del Terzo Settore.
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