L’acquisizione si inserisce in una strategia più ampia che punta alla creazione di una piattaforma innovativa di servizi destinata a cittadini e imprese. Questa sinergia tra i due colossi consentirebbe di ottimizzare ricavi e operatività nei settori della telefonia, dell’ICT, dei contenuti digitali, dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti elettronici, oltre che nell’energia
Poste Italiane ha ufficialmente presentato a Vivendi un’offerta per acquisire una quota significativa di Telecom Italia (Tim), con l’obiettivo di diventare il principale azionista di riferimento. L’operazione prevede un prezzo di 0,2975 euro per azione, per un totale di 658 milioni di euro, e consentirebbe a Poste di ottenere il 15% delle azioni attualmente detenute dal gruppo francese. In questo modo, la partecipazione di Poste in Tim salirebbe fino al 24,81% del capitale, sfiorando la soglia che impone l’Offerta Pubblica d’Acquisto (Opa).
L’acquisizione si inserisce in una strategia più ampia che punta alla creazione di una piattaforma innovativa di servizi destinata a cittadini e imprese. Questa sinergia tra i due colossi consentirebbe di ottimizzare ricavi e operatività nei settori della telefonia, dell’ICT, dei contenuti digitali, dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti elettronici, oltre che nell’energia.
“Stiamo valutando partnership industriali per valorizzare le opportunità di collaborazione tra le due aziende”, ha dichiarato Poste Italiane in una nota ufficiale. Tra le iniziative già in corso, particolare rilievo ha l’integrazione tra PostePay e Tim, con trattative avanzate per garantire l’accesso della società di pagamenti all’infrastruttura di rete mobile di Tim.
Poste acquista a prezzo vantaggioso: operazione sotto il valore di mercato
Nel processo di acquisizione, Poste Italiane è stata affiancata da Rothschild, mentre Vivendi ha ricevuto consulenza da Evercore. L’interesse di Poste per Tim si era già manifestato il 15 febbraio, quando il gruppo guidato da Matteo Del Fante aveva acquisito il 9,81% delle azioni detenute da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), cedendo in cambio la propria quota in Nexi, oltre a un conguaglio in denaro di circa 170 milioni di euro.
Fonti finanziarie indicano che Del Fante aveva acquistato il primo pacchetto di azioni Tim a un prezzo medio di 0,27 euro per azione, ottenendo così condizioni favorevoli anche per il nuovo blocco di titoli. Considerando che il valore di mercato di Tim si attestava a 0,31 euro per azione alla chiusura della Borsa di venerdì scorso, l’operazione di Poste risulta strategicamente conveniente.
Vivendi riduce la quota ma punta al Consiglio di Amministrazione
L’accordo con Poste comporterà una significativa riduzione della partecipazione di Vivendi, che passerà dal 15% al 2,51% del capitale di Tim. Tuttavia, il colosso francese non intende uscire definitivamente dalla scena. L’obiettivo è mantenere una presenza strategica in Tim e contribuire al rilancio dell’azienda, ora sotto la guida di un forte azionista industriale italiano.
Vivendi è entrata in Telecom Italia nel 2014, acquisendo una quota iniziale dell’8% come parte del pagamento per la cessione della società brasiliana Gvt. Nel tempo, ha tentato di influenzare direttamente la gestione di Tim, anche attraverso la nomina di amministratori delegati di propria fiducia, ma ha incontrato resistenze da parte delle autorità italiane.
Ora, con la prospettiva di una nuova governance, Vivendi punta a far eleggere un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione di Tim, in vista dell’assemblea societaria del 24 giugno. Il candidato più accreditato potrebbe essere Arnaud de Puyfontaine, ex consigliere di Tim, che aveva lasciato il board nel gennaio 2023.
Un cambiamento di strategia per Vivendi
Negli ultimi due anni, Vivendi ha progressivamente svalutato la propria partecipazione in Tim, riducendo il valore contabile delle azioni a 0,21 euro, ben lontano dal prezzo di carico iniziale di 1,08 euro per azione. Questo ha portato il gruppo francese a considerare la propria quota come un investimento puramente finanziario, rendendola disponibile alla vendita.
Nonostante la cessione di una parte consistente delle azioni, Vivendi rimane convinta delle potenzialità di Tim, soprattutto se supportata da un progetto industriale solido e da un management adeguato. La presenza di un investitore come Poste potrebbe rappresentare un’opportunità per la società, garantendo stabilità e nuovi sviluppi nel settore delle telecomunicazioni e dei servizi digitali.
Un nuovo scenario per Tim e Poste
L’operazione tra Poste Italiane e Vivendi segna un cambio di rotta per il futuro di Telecom Italia. Da un lato, Poste si rafforza nel settore delle telecomunicazioni, creando nuove sinergie per ampliare la propria offerta di servizi digitali e finanziari. Dall’altro, Vivendi ridimensiona la sua presenza ma resta coinvolta nella governance dell’azienda.
Con la possibile nomina di un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione, il gruppo francese si prepara a influenzare le decisioni strategiche, mentre Poste punta a consolidare il proprio ruolo di protagonista nel panorama industriale italiano.
Il mercato ora guarda con attenzione ai prossimi sviluppi, in attesa dell’assemblea di giugno, che potrebbe delineare il nuovo assetto di Tim.
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