Polizze, proroga solo per le Pmi. Tetto ai compensi dei commissari


Sei mesi in più per le medie imprese, dieci per le micro e le piccole e nessuna proroga per le grandi aziende. Dopo gli appelli arrivati da più parti, il governo ha deciso di far slittare soltanto per le Pmi l’obbligo di sottoscrivere una polizza per assicurarsi contro i danni causati dalle calamità naturali, che doveva scattare per tutte le realtà imprenditoriali (in totale sono 4,5 milioni per una spesa di 2 miliardi annui) tra tre giorni. Cioè il 31 marzo.

Ieri in Consiglio dei ministri è passato il decreto che rinvia – soltanto per piccole e medie imprese – l’obbligo inserito nella finanziaria del 2023 di dotarsi una cosiddetta polizza anticatastrofale. Più precisamente, il governo ha deciso di differire al Primo ottobre di quest’anno il termine di adesione per le medie imprese. Obbligo che scatterà dal Primo gennaio del 2026 per le piccole e micro aziende. Confermata la data del 31 marzo invece per i conglomerati di maggiori dimensioni. I quali, però, incassano una moratoria di tre mesi sulle sanzioni.

LA MORATORIA
Infatti le grandi imprese che non si saranno coperte, per ulteriori 90 giorni, non rischieranno di vedersi escludere dall’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario finanziati con risorse pubbliche.

Al riguardo ieri mattina, mentre era in corso la discussione della proroga in Consiglio dei ministri, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, sottolineava che si doveva far slittare i termini perché «le imprese non hanno avuto modo finora di valutare le offerte assicurative e per compararle e scegliere la soluzione migliore che permetta di ottimizzare le coperture ed evitare uno spreco di risorse finanziarie ingiustificato». Al momento avrebbero sottoscritto la copertura poco più del 5 per cento degli interessati.

Anche le altre associazioni datoriali (Cna, Confesercenti e Confcommercio) hanno accolto con favore la proroga. Queste realtà, insieme all’Ania e Confindustria, sono attese lunedì al Mimit per fissare meglio le regole di quella che il ministro delle Imprese – Adolfo Urso – ha definito una grande svolta che mette in sicurezza il sistema economico produttivo rispetto a qualunque evento catastrofale possa purtroppo accadere».

Sempre il Mimit ieri ha portato in Consiglio dei ministri la legge delega di riforma sulle amministrazioni straordinarie e degli enti cooperativi e mutualistici. L’obiettivo del governo è quello di mettere fine ai commissariamenti che durano per anni, senza risanare le imprese coinvolte.

Tra le novità c’è l’applicazione, anche per i commissari straordinari, del tetto salariale di 240mila euro all’anno per i dirigenti pubblici. Che però – come si legge nel testo della delega – può essere derogato in casi particolari, anche per la difficoltà di trovare professionisti disponibili.

Il testo poi introduce un elenco speciale di professionisti per individuare l’esperto che deve controllare su input del Mimit l’evoluzione dei processi di risanamento. Con appositi decreti delegativa il governo vuole semplificare l’accesso alle procedure concorsuali e potenziare le norme per il rilancio industriale. Sul fronte delle Coop, si va verso un nuovo e unico albo delle società cooperative e degli enti mutualistici.

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