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Intervista Andrea Orcel: «Napoli è la città simbolo del Sud che sta crescendo: Pmi campioni nazionali»


Dottor Orcel, il legame tra UniCredit e Napoli si è ancor più rafforzato da quando è al vertice della Banca: al di là degli aspetti turistici e ambientali, c’è anche un forte dinamismo economico tra le attrattività della città e della Campania, è così?
«Il Sud è in movimento ed è un fattore positivo. Qui ci sono enormi potenzialità, che spesso vengono colte. E Napoli è la città simbolo di un Sud che sta crescendo, e sappiamo che quando il Sud vince, è l’intero Paese a beneficiarne. Da quando sono Amministratore Delegato di UniCredit sono venuto diverse volte a Napoli e ho visto una città profondamente cambiata in meglio. Ci sono imprese eccellenti, piccole e soprattutto medie, che sono diventate dei campioni nazionali. Il Sud non è mai stato così attrattivo, c’è, inoltre, una crescita importante di presenze turistiche, vale per le città d’arte e le località balneari. E sappiamo bene che l’aumento dei flussi turistici ha un forte impatto sullo sviluppo di altri settori: cultura, enogastronomia e artigianato, solo per citarne alcuni. Noi come banca siamo presenti sul territorio con un impegno importante per contribuire a questa crescita: nel 2024 nel Sud abbiamo concesso nuovi finanziamenti per oltre 1,9 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi alle imprese. In Campania abbiamo erogato oltre un miliardo di euro di nuovi finanziamenti, di cui 684 milioni alle imprese. Inoltre, dal 2022 abbiamo avviato il programma “UniCredit per l’Italia”, stanziando 35 miliardi di euro a favore di famiglie e imprese e sostenendo i settori strategici del Made in Italy. In particolare, con la terza edizione lanciata lo scorso anno, per un valore di 10 miliardi, abbiamo previsto uno specifico supporto alle attività di impresa del Sud, a cui abbiamo destinato il 40% delle risorse».

Da alcuni anni il Mezzogiorno è diventato non più periferia del Paese ma punto di riferimento centrale per ogni percorso di crescita e di sviluppo economico, dall’energia alle nuove infrastrutture in un’ottica euromediterranea. È cambiato il paradigma sulla narrazione del Sud, condivide?
«Sono sempre più convinto che la crescita dell’economia del Mezzogiorno porti beneficio a tutto il Paese. Ecco perché la nostra banca attribuisce grande attenzione all’intero territorio nazionale, al Nord come al Sud. Secondo Svimez, importanti risultati si sono registrati grazie agli investimenti pubblici finanziati con il Pnrr, che ha innescato un incremento di spesa e un’aspettativa importante da parte di imprese e investitori. I dati dell’export sono positivi, grazie al traino di alcuni settori come l’agroalimentare, e su questo UniCredit è posizionata in modo unico grazie alla sua presenza in 12 Paesi europei, dando così un aiuto concreto alle PMI del Sud che esportano nei mercati dell’Ue. Ottime performance anche per il turismo e l’industria culturale, su cui come banca siamo fortemente concentrati. Tutti elementi che, negli ultimi due anni, hanno permesso al Mezzogiorno di registrare un incremento di PIL superiore a quello delle Regioni del Nord».

Il capitale umano è il valore aggiunto di Napoli e del Sud: dalla ricerca all’innovazione, dalle start up alle pmi innovative, dal sistema universitario alle aziende di eccellenza, i numeri del Sud indicano che restare non è più un rischio. È d’accordo?
«Assolutamente sì. Con UniCredit Start Lab, da oltre 10 anni, crediamo fortemente nelle capacità di chi ha idee nuove e per questo abbiamo sviluppato un supporto strutturato all’innovazione e alle nuove tecnologie. Il nostro obiettivo è valorizzare il talento imprenditoriale tech italiano e attivare sinergie tra l’ecosistema dell’innovazione e il sistema industriale rappresentato dai nostri clienti Corporate. La Campania, con 7 atenei che formano il 41% degli studenti del Mezzogiorno e altre importanti Academy che accolgono numerosi studenti internazionali, è un autentico vivaio di talenti. A fine 2024, Napoli si posiziona al terzo posto tra le province italiane per startup innovative, con oltre 800 realtà registrate (6,77% del totale nazionale), mentre la Campania è la seconda regione italiana (12%), dopo la Lombardia e prima del Lazio. Nell’edizione 2024 di UniCredit Start Lab, che ha visto il coinvolgimento di circa 200 partner a livello nazionale tra incubatori ed acceleratori, sono state avanzate oltre 650 candidature da parte di start up e PMI innovative; di queste 94 sono giunte dall’area Sud, coinvolgendo 35 partner strategici. Sono numeri importanti. Inoltre come UniCredit siamo fortemente impegnati nella formazione dei nostri colleghi, oltre il 90% dei 2000 della Regione Sud ha partecipato alle attività della UniCredit University, e nel network commerciale Sud abbiamo assunto oltre 100 giovani dal 2021, la maggior parte dei quali provenienti da Università del Mezzogiorno. Penso che i numeri parlino chiaro».

UniCredit ha puntato a Napoli sul valore storico e culturale e sulle potenzialità in particolare del Teatro di San Carlo: soddisfatti della scelta?
«Per il terzo anno consecutivo, abbiamo confermato il nostro impegno a supporto del Teatro di San Carlo, simbolo della città di Napoli e prestigioso emblema del patrimonio artistico del nostro Paese. Questo ha per noi un grandissimo valore, certamente culturale, ma anche sociale. Oltre a sostenere la stagione teatrale, contribuiamo infatti ad imprimere ulteriore slancio alle attività di rigenerazione urbana e sociale promosse dalle Officine San Carlo. Attività grazie alle quali il Teatro San Carlo riesce nella meravigliosa impresa di rendere le arti uno strumento di crescita e coesione sociale, sfruttando tutto il potenziale del territorio. Un territorio a cui, come UniCredit, siamo storicamente legati ed al quale continuiamo a riservare grande attenzione».

La Banca ha di recente definito con Cassa depositi e prestiti un importane accordo per sostenere gli investimenti delle PMI, soprattutto del Sud: qual è l’obiettivo?
«Il nostro obiettivo è molto chiaro, vogliamo sostenere l’economia reale e la crescita delle aziende italiane di minori dimensioni, con un’attenzione particolare a quelle del Mezzogiorno. In questo modo è possibile rafforzare la competitività del sistema imprenditoriale, anche all’estero. Sono questi gli obiettivi della nuova emissione obbligazionaria privata senior unsecured da 800 milioni di euro di UniCredit interamente sottoscritta da Cassa Depositi e Prestiti. Le risorse saranno integralmente impiegate dalla banca attraverso nuovi prestiti di importo fino a 20 milioni di euro e di durata non inferiore a 24 mesi per sostenere lo sviluppo e gli investimenti delle PMI e Mid-Cap italiane, che rappresentano la spina dorsale del tessuto economico del Paese. Questa nuova finanza contribuirà così a generare un impatto positivo sui territori in cui operano le aziende e dovrà essere destinata per almeno il 51% a favore di PMI con sede in una delle otto Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia)».

Pnrr e Zes unica: passa da qui il consolidamento della ripresa del Sud e del Paese o si rischia, anche per motivi geopolitici, di non riuscire a ridurre significativamente il divario?
«Al centro della nostra strategia di crescita ci sono le imprese e in particolare le PMI, che aiutiamo inoltre ad accedere in modo semplice e veloce alle misure agevolative locali, nazionali ed europee, sostenendole nel dialogo con la Pubblica Amministrazione. Occorre sfruttare tutte le opportunità offerte da Pnrr e Zes unica per consolidare la ripresa del Sud e del Paese. UniCredit supporta il tessuto produttivo e continuerà a farlo con sempre maggiore forza. Nei primi due mesi del 2025 abbiamo erogato alle PMI italiane 2,8 miliardi di euro, con una crescita del 47% rispetto al 2024, anno in cui avevamo comunque garantito un erogato totale di 12 miliardi di euro. Siamo una Banca europea, ma con radici profonde in Italia. Continueremo, pertanto, a supportare orgogliosamente il tessuto imprenditoriale italiano. Dal nostro osservatorio privilegiato, possiamo dire che è possibile fare ancora molto come Paese, che ha grandi potenzialità. E il Sud, in questo, può giocare un ruolo di primo piano».





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