Un cortocircuito all’italiana sta scuotendo San Donato in Poggio, frazione del comune di Barberino Tavarnelle, in merito alla costruzione di una scuola elementare d’avanguardia. Grazie al bando dell’Unione Europea, infatti, l’amministrazione comunale era riuscita a vincere il bando per ottenere fondi del Piano nazionale ripresa resilienza (Pnrr) per la costruzione di una scuola ecosostenibile.
Il progetto da 3,2 milioni di euro, di cui 2,4 da fondi Pnrr, prevede la costruzione dell’edificio nell’area adiacente il supermercato e la farmacia comunale. Disposta su un piano unico, la scuola prevede cinque aule con una capienza di 130 bambini. I lavori sono cominciati a giugno 2024. Peccato poi che a ottobre qualcosa è cominciato ad andare storto.
“Fatte tutte le procedure correttamente, abbiamo affidato nei tempi stabiliti dal Ministero i lavori alla ditta vincitrice dell’appalto – spiega David Baroncelli, sindaco di Barberino Tavarnelle -. La ditta quindi ha cominciato i lavori, ma poi sono emerse delle problematiche e quindi si è fermata. Noi abbiamo sollecitato ma non ci arrivata alcuna notizia che la ditta sarebbe fallita di lì a breve. Il tutto ce ne siamo accorti quando una mattina dal cantiere abbiamo notato che erano spariti tutti i mezzi e uno dei ruspisti ci disse: “La ditta è fallita, potete andare via. Da quel momento in poi la ditta non ci risponde più”.
Preso atto della situazione, l’amministrazione comunale ha avviato le procedure legali per revocare l’appalto e recuperare i soldi già affidati alla ditta per l’inizio dei lavori. Procedura che si è conclusa lo scorso febbraio. “A causa dell’inadempienza di questa ditta abbiamo perso 210 giorni di lavoro. Per questo ci siamo rivolti allo Stato per chiedere una proroga di un’opera che altrimenti dovrebbe essere conclusa entro marzo 2026. La nostra mozione però è stata bocciata in Parlamento. Questo è inaccettabile, una comunità non può rimanere senza scuola elementare”.
“Abbiamo chiesto allo Stato soluzioni che già sono state trovate in passato per altre opere simili – aggiunge Baroncelli -. Io sono determinato nel trovare una soluzione, che purtroppo non posso trovare nelle casse del mio comune. Abbiamo rispettato i tempi e le normative del bando, ma se la ditta è fallita che colpa ne abbiamo noi? La scuola è un elemento cardine della comunità. Le cose sono state fatte bene e vorremmo che fossero finite bene. Siamo preoccupati di perdere concretamente queste risorse. Tanti interventi che hanno avuto problemi sono stati rifinanziati o trovate soluzioni. Perché la nostra scuola no?”
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