Osservatorio di compliance ESG/ 141


Banche Esg meno travolte dalle norme green – Omnibus, Ebf chiede pausa per le banche – Anche sulla IA, Usa contro resto del mondo – Omnibus Ue, il vademecum – Sustainability-related, 1 su 5 cambia nome – Stretta Ue su Fast Fashion e spreco alimentare

Osservatorio di compliance ESG è un resoconto periodico sulle novità in termini di normativa, regolamenti, standard (contabili e non), prassi e procedure, e attività di lobbying nel campo degli Esg, sia lato corporate sia lato finanza. La rubrica periodica è dedicata ai professionisti della sostenibilità, ed è integrata nell’abbonamento ET.pro.

BANCHE ESG MENO TRAVOLTE DALLE NORME GREEN

Uno studio dello Swiss Finance Institute, intitolato “Climate-Related Financial Policy and Systemic Risk”, analizza 458 banche in 47 Paesi tra il 2000 e il 2020, evidenziando che la crescente regolamentazione finanziaria sul clima può danneggiare la stabilità finanziaria globale e aumentare il rischio sistemico. L’intensificarsi delle politiche finanziarie verdi è associato a un aumento significativo del rischio sistemico, poiché le banche limitano l’esposizione alle aziende più inquinanti, riducendo i prestiti all’economia reale e aumentando i tassi di interesse. Questo può minare la capacità delle imprese di investire in tecnologie verdi, peggiorando la loro capacità di rimborsare i debiti e riducendo il valore delle garanzie. Tuttavia, la ricerca suggerisce che l’attuazione degli Accordi di Parigi e una strategia di adattamento alle crisi climatiche riducono questo rischio. Inoltre, le banche più sostenibili affrontano minori difficoltà sistemiche sotto politiche finanziarie green, dimostrando che la conoscenza e la consapevolezza degli operatori possono attenuare gli effetti negativi delle regolazioni verdi.

OMNIBUS, EBF CHIEDE PAUSA PER LE BANCHE

L’European Banking Federation (Ebf) ha sollevato preoccupazioni sul percorso normativo europeo in materia di sostenibilità, chiedendo un rinvio dei requisiti di disclosure sul clima. Questo appello arriva dopo l’adozione del pacchetto Omnibus da parte della Commissione Europea, che ha posticipato l’applicazione degli obblighi di rendicontazione Csrd e il recepimento della Csddd al 2028, creando uno spazio per la revisione delle normative. Le banche europee sono preoccupate per l’impatto di questi cambiamenti, poiché secondo gli standard Basilea III dovrebbero iniziare a rendicontare i dati Esg già nel 2025. L’Ebf ha richiesto di sospendere temporaneamente le disposizioni di Basilea III collegate all’Omnibus per evitare confusione e complessità. La posizione dell’Ebf si inserisce in un contesto globale dove le banche europee potrebbero trovarsi a dover rispettare normative più stringenti rispetto agli istituti americani, che potrebbero affrontare requisiti Esg meno severi. L’Ebf ritiene che serva tempo per allineare le normative a livello internazionale e garantire parità di condizioni.

ANCHE SULLA IA, USA CONTRO RESTO DEL MONDO

Le tendenze globali sull’intelligenza artificiale (Ai) evidenziano una divergenza tra Stati Uniti e altre regioni. Europa, Regno Unito, Asia e Medio Oriente adottano approcci focalizzati sul controllo dei rischi e sulla governance. L’UE sta finalizzando il Codice di Condotta AI che entrerà in vigore nell’agosto 2025, imponendo obblighi di trasparenza e valutazione del rischio. Il Regno Unito ha lanciato un piano per favorire l’Ai sicura, con un focus sull’integrazione nei servizi pubblici. Singapore e Hong Kong hanno introdotto normative per la supervisione dell’Ai nei servizi finanziari. Il Medio Oriente, con Qatar e Regno Unito, sviluppa politiche etiche e di governance nell’Ai. Globalmente, Uk e Bank of International Settlements hanno pubblicato rapporti sulla sicurezza dell’Ai. Contrariamente, gli Stati Uniti adottano un approccio deregolamentato, con la revoca dell’Executive Order di Biden e l’introduzione di un piano per promuovere la leadership economica nell’Ai. Questo differente approccio regolamentativo avrà implicazioni sullo sviluppo tecnologico e sul commercio internazionale.

OMNIBUS UE, IL VADEMECUM

La Commissione europea ha adottato il pacchetto Omnibus, che modifica la Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd), il Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam) e il Regolamento InvestEU. Tra le modifiche, si riduce il perimetro di applicazione della Csrd, limitandola alle imprese con più di 1.000 dipendenti e determinati criteri finanziari. Le piccole imprese potranno aderire a uno standard volontario. La Csddd avrà un termine di attuazione più lungo, con meno oneri sulla catena del valore. La doppia materialità rimane invariata. Le modifiche ridurranno i costi per le imprese, con risparmi stimati in 4,4 miliardi di euro per la Csrd e 320 milioni di euro per la Csddd. Inoltre, il pacchetto introduce modifiche alla Tassonomia Uu, semplificando il reporting per alcune imprese e riducendo il 70% dei dati richiesti. È prevista anche una consultazione pubblica su criteri semplificati per la Tassonomia.

SUSTAINABILITY-RELATED, 1 SU 5 CAMBIA NOME

Il numero di fondi con termini sustainability-related nel nome è calato del 20%, con una ridenominazione che ha riguardato soprattutto i fondi articolo 8. L’analisi di Msci evidenzia l’impatto delle linee guida Esma, che dal 21 maggio 2025 saranno applicabili a tutti i fondi con riferimenti Esg o sostenibili. Questi devono garantire che almeno l’80% degli investimenti rispetti criteri ambientali o sociali e, se contengono “sustainability” nel nome, avere almeno il 50% di investimenti sostenibili. I fondi transition-related devono rispettare le esclusioni del Climate Transition Benchmark (Ctb) e misurare l’impatto. Il 36% dei fondi articolo 8 sustainability-related non ha raggiunto la soglia del 50%, mentre tra gli articolo 9 la percentuale scende al 4%. I fondi ESG-related e environmental-related sono diminuiti del 10% e 12%, mentre quelli transition-related sono aumentati del 4%. Anche al di fuori dell’Europa si osserva una tendenza alla ridenominazione, con un crescente focus sulla trasparenza nelle informazioni ai clienti.

STRETTA UE SU FAST FASHION E SPRECO ALIMENTARE

L’Uu ha raggiunto un accordo provvisorio per ridurre i rifiuti alimentari e tessili. Entro il 2030, gli Stati membri dovranno ridurre del 10% i rifiuti alimentari nella produzione e del 30% nel commercio, ristorazione e famiglie, rispetto al 2021-2023. Gli operatori economici dovranno facilitare la donazione di cibo invenduto. Per il settore tessile, verranno introdotti schemi di responsabilità estesa del produttore (Epr), imponendo ai produttori di coprire i costi di raccolta e riciclaggio. Saranno penalizzate pratiche di fast fashion. Ong e ambientalisti ritengono che gli obiettivi siano poco ambiziosi e chiedono misure più stringenti. L’accordo attende l’approvazione del Consiglio dell’UE e del Parlamento.

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