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Dazi e Trump frenano i prestiti. Tassi sui mutui in aumento


La crescita più lenta frena i prestiti a famiglie e imprese, mentre i mutui per comprare casa diventano più cari. La fotografia emerge dall’ultimo rapporto dell’Abi, l’associazione che riunisce le banche italiane. A febbraio il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese è sceso al 3,98% dal 4,15% di gennaio. Di contro quello sui nuovi mutui è salito lievemente al 3,17% (da 3,12% nel mese precedente e più basso del 4,42% a dicembre 2023). Gianfranco Torriero, vice direttore generale vicario dell’Abi, ha spiegato che mentre i tassi a breve diminuiscono con i tassi di policy della Banca centrale europea, ci sono “segnali di lieve rialzo” sui tassi a medio e lungo termine”. Colpa dei dazi e delle incertezze sul piano internazionale, con la Ue che parla di riarmo per sopperire al possibile venire meno delle garanzie di sicurezza statunitensi. Il cambiamento, nota Torriero,  “determinato da andamenti geopolitici”.

Il credito nella penisola risente poi del pil inferiore alle attese, che non di discosta dallo zero virgola. Il rallentamento della crescita economica, confermato dall’Istat che per il 2024 ha registrato un’espansione dello 0,7/ anziché delll’1% atteos dal governo, sta deprimere la domanda di prestiti. Afebbraio 2025, i finanziameni  a imprese e famiglie sono scesi dello 0,6% rispetto a un anno prima, in lieve attenuazione rispetto al -0,7% del mese precedente. A gennaio 2025 i prestiti alle imprese erano diminuiti dell’1,9% mentre quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,4%.

La nota positiva  è nel calo dei crediti deteriorati in pancia alle banche. Da 32,1 miliardi di settembre sono scesi a gennaio a 30,5 miliardi, un livello lontano dal piccoo 196,3 miliardi toccato nel 2015, con l’economia reduce dalla doppia crisi finanziaria e dei debiti sovrani del 2008-2012.

 

 



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