Bilanci 2023, si registra una crescita moderata, ma pesa l’aumento dei tassi e della pressione fiscale: è quanto emerge dall’analisi condotta dall’istituto di studi e ricerche (Isr) e dall’ufficio studi della camera di commercio della Toscana Nord-Ovest, basata sull’esame di oltre 15mila bilanci delle società di capitali delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa.
Lo studio restituisce un quadro ancora positivo, nonostante le difficoltà di un contesto economico complesso: in sostanza, i fatturati e il valore aggiunto mostrano una crescita moderata, mentre il rialzo dei tassi di interesse ha aggravato il peso degli oneri finanziari a carico delle imprese.
A questo si aggiunge un aumento della pressione fiscale, dovuto alla progressiva riduzione di incentivi come il superammortamento e l’iperammortamento per industria 4.0 e alla contrazione del credito d’imposta per ricerca e sviluppo.
Questo, in sintesi, quanto emerge: “L’aumento dei tassi di interesse e della pressione fiscale ha frenato la competitività delle imprese – sottolinea Valter Tamburini, presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – rendendo oggi ancora più urgente rafforzare il sostegno agli investimenti strategici. Per questo, a breve attiveremo una serie di bandi dedicati alla digitalizzazione, all’innovazione e all’internazionalizzazione: strumenti essenziali per migliorare l’efficienza aziendale e creare nuove opportunità, soprattutto per le piccole e medie imprese”.
Lucca si conferma il principale motore economico dell’area di competenza della Camera di Commercio: le quasi 6.000 società di capitali lucchesi analizzate hanno generato nel 2023 un valore della produzione di 19,1 miliardi di euro, un valore aggiunto di 4,6 miliardi e utili per uno. L’utile netto ha registrato un progresso, passando dal 4,7% al 5,6% del fatturato, nonostante il forte aumento degli oneri finanziari (+44%) e della pressione fiscale che dal 25% arriva al 29,2% del risultato ante imposte.
Crescono gli investimenti strutturali, che a Lucca hanno segnato un +12%, con un picco del +22% per le imprese medio-grandi.
Sul fronte della redditività il roi è salito dal 5,3% al 6% mentre su quello della liquidità, il cash flow si attesta all’11,8% dei ricavi. La patrimonializzazione è aumentata di 3 punti, raggiungendo il 43,8% dell’attivo.
Tra i settori spicca la cantieristica nautica, che segna un aumento del 29% del fatturato, portando con sé un miglioramento di tutti gli indicatori finanziari. Al contrario, le industrie alimentari e l’agricoltura si confermano tra i comparti meno redditizi, con livelli di patrimonializzazione tra i più bassi.
Nella carta-cartotecnica, il giro d’affari è sceso del sette per cento ma la capacità del settore di contenere i costi operativi ha permesso un significativo incremento della redditività, con l’utile che è passato dal 7% al 10,8% dei ricavi.
Fabrizio Vincenti
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